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Una nuova visione della salute

Anche tu, nel tuo lavoro di operatore del benessere, non sempre raggiungi i risultati desiderati?

Secondo te, cosa manca al naturopata o all’operatore del benessere per potersi sentire sicuro e realizzato nel proprio lavoro?

Tutti gli operatori del benessere si trovano sempre in una terra di mezzo, dovendo fare attenzione a non entrare in concorrenza o in conflitto con la medicina ufficiale. Al giorno d'oggi l’operatore del benessere diventa, dopo la sua formazione, uno “pseudo medico”, ma con una formazione molto più esigua e ti spiego il perché: il metodo insegnato in tutte le scuole di naturopatia (o affini) ha lo stesso punto di vista della medicina ufficiale, ma utilizza delle metodiche più o meno naturali. Inoltre, si perde molto tempo con tutto il “minestrone” di tecniche accennate, ma mai approfondite. Come se la scuola di naturopatia fosse una vetrina di tanti “assaggini”; tu sei mai uscito sazio da un ristorante “nouvelle cousine”? Quanti di voi, dopo avere finito il percorso, si trovano in mano una sorta di vademecum dove si hanno, per ogni patologia i rimedi per curarla, anche se “naturali”?Quando insegnavo nelle scuole, ogni volta che accennavo al metodo naturopatico vedevo gli occhi sbarrati degli allievi, i quali si fanno 3 o 4 anni di formazione senza avere un metodo proprio. Perciò, è facile avere sempre quella sensazione di paura ogni qualvolta ci mettiamo a fare il nostro lavoro, poiché in realtà ci muoviamo in una linea di confine troppo sottile per sentirci al sicuro. Quello che serve all’operatore del benessere è un metodo proprio, ma per averlo bisogna avere un punto di vista chiaro. Quello che occorre è staccarsi completamente dal pensiero medico ufficiale per poter avere un territorio di azione proprio, che non vada ad invadere la professione altrui.

Tutte le persone che avvicinano le discipline naturali hanno sicuramente una predilezione per la natura e basterebbe osservare la natura in maniera diversa, cioè come una maestra, per poter avere tutte le risposte di cui abbiamo bisogno.

All'interno di quello che è la ricerca di ciò che intendiamo come normale, l'essere umano ha stabilito dei parametri e ha pensato erroneamente di essere l'unico essere vivente a non mutare più, a non adattarsi più al contesto nel quale vive in maniera biologica, come tutti gli altri esseri viventi dagli albori della vita sul pianeta. L'unica cosa che rimane in realtà è il cambiamento e le domande che dobbiamo farci allora sono: chi determina ciò che è normale? Perché gli animali, che non conoscono niente di quello che è normale o no, si ammalano molto meno degli esseri umani? Perché l'essere più perfetto della creazione è quello che presenta più imperfezioni in termini di salute? Si guarisce veramente dalle malattie o semplicemente si attenuano i sintomi? Sono troppe domande alle quali non abbiamo dato molta attenzione e per le quali abbiamo accettato tutto ciò che, prima “stregoni” e poi scienziati, ci hanno raccontato da secoli e che ci portano in un clima di paura e incomprensione. In questo stato di paura e incomprensione nei confronti della malattia abbiamo dato un'interpretazione sbagliata della sua esistenza e del suo senso.

Nell’antichità, la prima reazione era quella di cercare nelle vicinanze qualcosa che potesse curare questa anomalia, nello stesso modo in cui fanno i cani quando mangiano l'erba per purgarsi. Così possiamo affermare che l' erba fresca è una cura per la costipazione ma, in realtà, non si tratta di una cura, ma della creazione di un'anomalia dietetica che il cervello cercherà di togliersi di dosso il prima possibile.

Fin dai tempi antichi nella lotta contro l'anomalia, la scomparsa dei sintomi significava il ritorno ad uno stato di normalità, posteriormente chiamato salute e questa è la strada che hanno seguito sciamani, stregoni, fino alla medicina accademica dei giorni nostri. Se prestiamo attenzione, l'unico cambiamento è stato il livello di comprensione dei processi meccanici cellulari, ma il rimedio che viene proposto da un laboratorio non è altro che una rielaborazione, distillazione o raffinamento di questo arcaico processo. La tecnologia continua a non riuscire a dimostrare nulla perché, anche quando l'osservazione dei dati è sempre più precisa, è la lettura di questi dati che continua ad essere scorretta, partendo da un punto di vista di paura della malattia e non dalla comprensione biologica di adattamento all'ambiente.

E in tutta questa esercitazione di combattimento contro la malattia ci siamo dimenticati qualcosa. Perché ci ammaliamo? Le risposte mediche ci parleranno o di un eccesso o un difetto nella produzione di una qualsiasi sostanza nell'organismo o della presenza probabile di un virus. E se chiediamo perché si produce questo sbilanciamento, la risposta normalmente si riferisce ad un difetto, ad un cattivo funzionamento, ad un errore genetico, ecc. Ma nessuno si chiede perché si produce tale errore, visto che sembra quasi esclusivo degli esseri umani. Quindi se partiamo dal presupposto che Dio non sia stato tanto efficace quando creò gli esseri umani, allora potrebbe essere giustificato il nostro “gioco” a correggere l'imperfezione divina.

Ovviamente non è così, semplicemente la medicina occidentale riesce soltanto a rispondere a cosa succede e a come succede, ma in realtà non riesce mai a rispondere a perché succede. A volte può arrivare a spingersi un pochino più in là rispetto al perché e attribuirlo allo stress, ma mai fin'ora ha interpretato la relazione di una malattia specifica con uno stress specifico.

Questo implicherebbe una grande rivoluzione perché la medicina occidentale si basa sul formato imposto da Louis Pasteur e la comprensione della malattia da un altro punto di vista minerebbe tutti i suoi concetti microbiologici.

Le origini delle malattie sono le intossicazioni, il più delle volte come esposizione eccessiva (come quantità o tempo di esposizione) a sostanze o cose che normalmente non sono tossiche, che possono essere chimiche, fisiche o emotive. Posso ammalarmi come conseguenza di aver preso un veleno, così come posso ammalarmi perché sto sentendo troppa rabbia o paura.

I germi e i batteri non sono l'origine della malattia e lo stesso Pasteur riconobbe che la sua creatura era un mostro e confermò che la malattia compare prima, e posteriormente il germe. “La presenza nell'organismo di un agente patogeno non è necessariamente sinonimo di malattia infettiva”, disse finalmente. Purtroppo non riuscì a fermare la macchina che lui stesso aveva messo in moto e le basi della medicina moderna ormai avevano queste fondamenta.

Tutti gli organi degli esseri viventi, così come il tipo di tessuto e cellula di ogni organo, così come i comportamenti e i sistemi di credenze, hanno una logica biologica di sopravvivenza. Questa logica è controllata dalla parte automatica del nostro cervello, quella che si occupa di tutte le nostre funzioni vitali. Il cervello risponde agli impulsi che riceve dando una risposta biologica, sia essa di mandare più sangue ed ossigeno alle gambe quando corriamo, o di rispondere ad un conflitto psicologico che il cervello registra come stress. Anche il nostro sistema di credenze e i nostri modelli di condotta sono il risultato di risposte che dà il nostro cervello per riuscire a capire i programmi che lui stesso ha installato in noi. Anche la scelta del nostro lavoro nella nostra vita in realtà corrisponde alla risoluzione di uno stress dei nostri antenati.

Vogliamo ancora sottolineare che tutto ciò che conosciamo nell'attualità sulle malattie è stato studiato da una base emotiva di paura della morte e della sofferenza.

Visto che la natura è perfetta perché avrebbe dovuto sbagliare proprio con i nostri geni? E, se quello che chiamiamo malattia fosse semplicemente l'espressione della nostra energia vitale per adattarsi a uno stimolo dell'ambiente? Se fosse così la soluzione più intelligente sarebbe quella di modulare l'energia che sto utilizzando per adattarmi e, soprattutto, quella di porsi una domanda fondamentale... a che cosa mi sto adattando in questo modo e per cosa questo sintomo è una risposta perfetta? Ricordiamoci sempre che il nostro organismo è una perfetta rappresentazione della Natura e possiamo dire forte che quest'ultima non sbaglia mai. Quindi, la malattia è la risposta perfetta dell’organismo per adattarsi ad uno stimolo vissuto come potenzialmente pericoloso. Non è niente contro cui dobbiamo lottare, ma è fondamentale comprendere il suo senso.

Con il Biomagnetismo mandiamo al corpo un messaggio per modulare la sua risposta biologica, il che è già un ottimo risultato. Inoltre, abbiamo un' informazione preziosa sul conflitto vissuto dalla persona a livello inconscio e che ha scatenato la risposta biologica. Questo messaggio biomagnetico a volte rimane sul piano inconscio. Per questo motivo, lo scopo dell'operatore diventa quello di portare questa risposta ad un livello conscio in modo che venga correttamente elaborata dalla persona. Così il sintomo o la malattia avranno raggiunto il loro scopo e non avranno più motivo di esistere.

Questo lo verifichiamo tutti i giorni nelle sedute di Biomagnetismo Integrale, con una semplicità sbalorditiva.

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Il contenuto di questo articolo deve essere considerato di carattere esclusivamente divulgativo e non può in alcun modo intendersi come suggerimento o sostitutivo per indicazioni terapeutiche, diagnosi e cura di stati patologici per cui è competente esclusivamente il medico. L'autore di questo articolo non è responsabile di eventuali conseguenze da un utilizzo improprio derivante dei suoi contenuti, diverso da quello esclusivamente informativo.

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