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Ho'oponopono e Biomagnetismo Integrale

Abbiamo scelto di insegnare questa tecnica ai nostri allievi di Biomagnetismo Integrale poichè noi operatori siamo i primi a lavorare su di noi...

Un giorno ho letto una storia buddhista che racconta di un famoso arciere che andò a stare con Buddha. Quest'uomo si avvicinò al lavoro spirituale con grande intensità, sottoponendo sé stesso alle più rigorose austerità fino a quando, a causa del digiuno e degli stenti, fu quasi sul punto di morire. Buddha guardò accadere tutto ciò e alla fine lo chiamò a sé. Chiese all'uomo se riusciva a ricordare, facendo riferimento ai suoi giorni da arciere, in che modo tendeva il suo arco. L'arciere rispose a Buddha che doveva farlo nella giusta misura, né troppo teso né troppo lento. Buddha lo guardò e gli disse che doveva affrontare il viaggio spirituale alla stessa maniera; sufficientemente teso per rimanere all'erta, ma abbastanza lento da essere rilassato. Il suo arco, gli disse, era troppo teso.

A mio avviso, ognuno di noi ha bisogno di imparare a tendere il proprio arco. Per alcuni di noi è troppo lento: tendiamo ad essere troppo indulgenti con noi stessi, trascurati, menefreghisti a volte o pigri e tendenti alla compensazione con videogiochi, droghe, alcool, cibo, tv ecc. Per altri è troppo teso: siamo troppo disciplinati, seri, rigidi e intransigenti con noi stessi e con gli altri e tendiamo a compensare riempiendoci le giornate di impegni, sport, meditazioni, corsi ecc.

Per quanto mi riguarda ho passato molto, ma molto tempo della mia vita in un continuo rimbalzare tra questi due estremi; ho alternato periodi in cui l'arco era troppo teso, con molta disciplina e rigidità in tutti i campi (lavoro, sport, crescita personale ecc) dove il senso dell'umorismo e il rilassamento si facevano vacanze sempre più lunghe....sono stata molto tempo vegetariana (quasi vegana) con l'ossessione della crescita personale senza accorgermi che erano tutti modi per mantenere un costante controllo (illusorio). Ovviamente i miei periodi di rigidità erano una compensazione dei periodi di assoluta perdita di controllo precedenti.

Anche ora mi accorgo di oscillare (proprio come un pendolo) tra queste due parti, ma sicuramente le oscillazioni sono molto meno ampie di prima e durano meno tempo.

Ma perché tendiamo, più o meno tutti, ad oscillare tra questi 2 opposti?

Perché creiamo assuefazioni o compensazioni più o meno evidenti per non sentire le paure e le sensazioni che si celano sotto. Abbiamo tremendamente paura di stare in silenzio e senza far niente per sentire quel vuoto che è nascosto lì sotto e facciamo di tutto (più o meno consapevolmente) per annullare questo contatto, per non sentire il nostro bambino emozionale che ha bisogno di noi.

Tutti noi abbiamo comportamenti di assuefazione. Alcuni sono più dannosi di altri per il nostro corpo, alcuni sono più facili da riconoscere. Quelle assuefazioni che sono socialmente accettabili o addirittura premiate, come il potere, il lavoro, il successo, il possesso di averi scintillanti o una facciata attraente, possono essere spesso le più difficili da sradicare.

Il primo passo sicuramente è accorgersi delle nostre assuefazioni, chiedendoci ad esempio...perché faccio questo? Con quale emozione non voglio entrare in contatto? Magari possiamo, non dico smettere, ma ritardare un pochino la nostra abitudine (caffè, sigaretta, dolce, un impegno dietro l'altro ecc...)fermarci un attimo, anche solo un paio di minuti, e stare semplicemente ad osservare, stare con quello che c'è.

Io credo fermamente che gli approcci super-disciplinati basati solo sulla enorme forza di volontà non servano a lungo termine. Penso sia molto più efficace portare amorevole consapevolezza, osservarci con occhi accoglienti e quindi senza giudizi, accettarci così come siamo, con tutte le nostre piccole o grandi assuefazioni....questo non vuol dire far finta di niente o girarsi dall'altra parte, tutt'altro, per me è la giusta via di mezzo, è la corda dell'arco tesa, ma non troppo. Mi osservo con la luce della consapevolezza, mi accolgo con gli occhi dell'amore, accetto la mia luce e la mia ombra....anzi la illumino con tutta la mia compassione.

Quando facciamo meditazione, ad esempio, e riusciamo a scendere un po' più in profondità, se riusciamo a mantenere questo atteggiamento può diventare davvero gratificante e appagante rimanere presenti e affrontare le sensazioni, piuttosto che evitarle.

Se riusciamo a fare questo le assuefazioni, le programmazioni inconsce, cominciano a trasformarsi con dolcezza.

Un'altra tecnica che, secondo la mia esperienza, è molto dolce, rispettosa ed efficace per trasformare e quindi lavorare direttamente con il nostro inconscio è la tecnica hawaiana Ho'oponopono. Va a riprogrammare le programmazioni inconsce in maniera gentile, senza provocare le cosiddette “crisi di guarigione”, con un'intelligenza superiore. Quello che dobbiamo fare è ripetere il mantra, prendendoci la responsabilità di qualsiasi cosa stiamo vivendo e arrendendoci quindi alla nostra parte divina, a colei che sa dov'è la parte da riprogrammare.

Questa tecnica è molto utile anche per gli operatori del benessere e della crescita personale, per centrarsi prima di entrare in seduta con i clienti.

Abbiamo scelto di insegnare questa tecnica ai nostri allievi di Biomagnetismo Integrale poichè noi operatori siamo i primi a lavorare su di noi, a togliere strati e riprogrammare il nostro inconscio, a sperimentare su di noi, in modo da essere sempre più in grado di aiutare i clienti a fare lo stesso, in modo da essere sempre più uno “specchio pulito e riflettente” per loro. Inoltre, unire Ho'ponopono al Biomagnetismo Integrale rinforza ancora di più le già grandissime potenzialità dei magneti!!

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Il contenuto di questo articolo deve essere considerato di carattere esclusivamente divulgativo e non può in alcun modo intendersi come suggerimento o sostitutivo per indicazioni terapeutiche, diagnosi e cura di stati patologici per cui è competente esclusivamente il medico. L'autore di questo articolo non è responsabile di eventuali conseguenze da un utilizzo improprio derivante dei suoi contenuti, diverso da quello esclusivamente informativo.

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